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A volte l’applicazione di regole condivise è difficile o addirittura impossibile. Ad esempio l’igiene degli alimenti è normata a livello europeo da una serie di Regolamenti, ovvero da norme emanate dal parlamento europeo, tradotte poi nelle lingue dei singoli Stati Membri, e applicate tal quali. La sicurezza sui luoghi di lavoro viene normata a livello europeo da un consistente numero di Direttive, sempre emanate dal parlamento europeo, che vengono poi recepite con Leggi interne da ogni Stato Membro, demandando però tempi e metodi di applicazione.
Autonomie regionali
In Italia, in virtù delle autonomie di cui godono, a vario titolo, le singole Regioni, vengono emanate Leggi Regionali, Regolamenti Comunali vari, che nella migliore delle ipotesi complicano un sistema che dovrebbe essere assolutamente lineare. Assisto a paradossi quali quello relativo ai percorsi e alle uscite di emergenza nei ristoranti. Alcune si aprono in spazi condominiali, anche su specifica richiesta dei Vigili del Fuoco. Arrivano poi i controlli della Polizia Municipale, settore annonaria, che in virtù di un Regio Decreto che regolamenta la sorvegliabilità dei locali, vieta espressamente che l’uscita di emergenza si apra in una pertinenza condominiale.
In questo contesto si inseriscono consulenti di varia estrazione, che senza nessun coordinamento antepongono specifiche esigenze senza alcuna visuale globale. Il risultato è che incontro imprenditori che dopo avere avviato una nuova attività devono stravolgere il layout interno a causa di evidenti errori progettuali. Negli alberghi è normale trovare porte REI (tagliafuoco) bloccate con zeppe di legno oppure scale che dovrebbero essere vie di fuga compartimentate, arredate con sedie e piante ornamentali.
Inconsapevolezza e sistemi punitivi
Da un lato c’è l’inconsapevolezza degli imprenditori di commettere un reato perseguibile penalmente, dall’altro un sistema di verifiche e controlli effettuato da vari organi di controllo, basato quasi esclusivamente sul concetto di punizione invece che su quello di miglioramento continuo, cercando così di stimolare le imprese ad adempiere a quanto non corretto.
Bisognerebbe saper distinguere quello che realmente potrebbe arrecare danni ai clienti o ai lavoratori da eventuali inadempienze squisitamente formali. Tempo fa un bar in centro in una grande città è stato multato perché la pedana che ricopriva il suolo pubblico, regolarmente autorizzata, sporgeva dieci centimetri in più del previsto. Si trattava peraltro di una modanatura in lamiera antiscivolo che l’installatore ha montato in modo errato in quanto non portava alcun vantaggio all’attività. In un mondo civile sarebbe bastato l’invito a regolarizzare immediatamente quanto difforme piuttosto che elevare immediatamente mille euro di sanzione. Viene il dubbio che certe Amministrazione o certi Enti cerchino di autofinanziarsi con una politica repressiva e certamente controproducente per le imprese.
Di Michele Nogara – Locali Top
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